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Commento di Fondo Byblos sull'andamento delle gestioni nel 2022: l'importanza di guardare al lungo periodo

03 febbraio 2023

Il 2022 è stato un anno particolarmente avverso per i mercati finanziari, sia azionari che obbligazionari. Tutte le asset class hanno avuto rendimenti negativi a eccezione delle materie prime e del dollaro USA. 

Il primo evento negativo che ha condizionato l’intero anno è stato la crisi Russia-Ucraina, iniziata a febbraio 2022, che, a causa dell’instabilità geopolitica generata, ha avuto un immediato riflesso negativo sui mercati. A questo si è aggiunto anche l’aumento dei prezzi dell’energia e delle altre materie prime che ha reso l’inflazione alta e durevole, generando un imponente aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali (FED e BCE). In questo contesto generale, tutte le principali forme di investimento hanno perso valore, dalle azioni che hanno registrato diminuzioni tra il 7% e il 15%, alle obbligazioni che hanno registrato diminuzioni tra il 10% e il 25%.

I suddetti eventi hanno inciso negativamente sulla performance di tutti e tre i comparti del Fondo, determinando, a fine 2022, la riduzione del valore quota del 6,29% sul Garantito, del 9,77% sul Bilanciato e dell’11,39% sul Dinamico. 

I risultati realizzati dal Fondo, soprattutto sul comparto Garantito, sono il frutto delle rilevanti perdite realizzate dal mercato obbligazionario. Tutti i fondi pensione che avevano i portafogli investiti hanno conseguito perdite simili a Byblos, fatti salvi i fondi che, avendo effettuato le gare per l’affidamento delle gestioni, hanno beneficiato di un portafoglio quasi totalmente liquido.

I rendimenti del 2022 giungono tuttavia dopo anni di risultati positivi. Pertanto, è necessario attualizzare la fase di criticità finanziaria mondiale, in coerenza con i propri obiettivi previdenziali. Per questo motivo, i risultati ottenuti dalla gestione finanziaria del Fondo vanno valutati in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo.

Infatti, se guardiamo al passato, negli ultimi 20 anni i mercati finanziari e le economie dei Paesi sviluppati hanno dovuto affrontare crisi, anche di una certa importanza, con notevoli impatti sugli investimenti (ricordiamo la crisi del 2001, quella del 2008, nonché quella più recente agli inizi del 2020 causata dalla pandemia da Covid-19). I risultati ottenuti hanno però dimostrato che le stesse potevano essere superate.

Rammentiamo che i risultati ottenuti dai fondi pensione negli ultimi 20 anni sono stati nettamente positivi e superiori alla rivalutazione del TFR, dimostrando la solidità del sistema previdenziale complementare.


Si ricorda poi che la gestione finanziaria del Fondo, affidata a soggetti qualificati, esprime un’adeguata diversificazione degli investimenti sia in termini geografici che settoriali, riducendo di conseguenza il complessivo livello di rischio.

Alla luce di quanto sopra rappresentato, si ritiene fondamentale evidenziare che:

  • l’andamento del portafoglio viene costantemente monitorato e che, più che mai in questi mesi, il Fondo si è assicurato – e continua costantemente con impegno a farlo – che venissero adottate tutte le adeguate misure per amministrare al meglio gli investimenti;
  • le variazioni del valore della posizione individuale sono “virtuali” e tali restano fintanto che la stessa non viene smobilizzata, ad esempio per anticipazioni, riscatti, cambio comparto o trasferimento ad altro fondo.

Nel valutare la propria posizione individuale, e comunque tenendo in considerazione che non sempre è possibile posticipare le proprie decisioni circa eventuali richieste di prestazione previdenziale, ricordiamo agli iscritti che solo lo smobilizzo della posizione attraverso la vendita delle corrispondenti quote comporta che la perdita da “potenziale” diventi “effettiva”.

A questo proposito il Fondo, nel corso del 2022, ha pubblicato sul sito web, in data 8 luglio e successivamente il 14 ottobre, la nota “Indicazioni per gestire al meglio la propria posizione previdenziale in fase di turbolenza dei mercati".

In particolare, nella suddetta nota è stato anche esplicitato che:

  • la risoluzione del rapporto di lavoro non comporta necessariamente di dover richiedere la liquidazione della propria posizione individuale; ai sensi dello Statuto vigente è infatti prevista la possibilità di mantenere la posizione presso il Fondo anche in assenza di versamenti;
  • una volta raggiunta l’età pensionabile prevista nel regime obbligatorio di appartenenza, l’aderente può procrastinare il momento di accesso alle prestazioni pensionistiche complementari, nel caso ritenga le condizioni di mercato non favorevoli per la liquidazione del capitale accumulato o per la sua conversione in rendita;
  • per la scelta del comparto di investimento, il fattore più importante è sicuramente il tempo complessivo di permanenza nel Fondo, ovviamente oltre all’età, al reddito, alla situazione lavorativa, alla capacità di risparmio personale e alla personale propensione al rischio.

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